Cercherò di riassumere, per quanto possibile, la carriera militare di mio padre Erminio Pedergnani, con particolare riguardo al periodo passato nel Dodecaneso, a Rodi, tra il 1941 e il 1943.
Ritengo doveroso accennare alle origini di mio padre, soprattutto per chiarire le motivazioni che lo spinsero a scegliere la vita militare.
Nato il 31-3-1915 da una modesta famiglia di contadini nella zona di Crema (CR), benché dotato di vivace intelligenza, poté frequentare le scuole solo fino alla II^ Media ( a quei tempi IV° Ginnasio) a causa della prematura morte di mio nonno Samuele.
Nel 1935, seppe approfittare della chiamata per il servizio di leva come occasione per lasciare la dura vita dei campi e migliorare, in tal modo, la sua posizione sociale. Chiese, pertanto, di essere arruolato nella Regia Aeronautica e fu accolto in qualità di Aviere specialista armiere.
Ciò comportava una ferma volontaria di 30 mesi con obbligo di volo.
Dopo il superamento di vari corsi, peraltro, con ottimi risultati, il 28-5-1936 fu assegnato al IV Stormo Caccia con base a Gorizia; qui mantenne la qualifica di Allievo armiere fino alla promozione ad Aviere Scelto, avvenuta il 5- 11- 1936.
A Gorizia rimase fino al 23-4-1937 allorché partì , come volontario, per la Guerra di Spagna. Era giovane. Il desiderio di azione e, soprattutto, di volare lo spinsero a presentare domanda per passare ai bombardieri, sempre come armiere: nel luglio 1937 fu assegnato a un reparto di bombardieri (forse il XXIX Gruppo Bombardamento Veloce del 21° Stormo B.T.) che aveva in dotazione i trimotori Savoia Marchetti SM79.
Con il suo reparto fu trasferito da una base all’altra (Salamanca, Soria, Logroño) e, prendendo parte a una lunga serie di missioni di bombardamento, in quanto componente di equipaggio di volo. Rientrò in Italia l’8-5-1938.
In considerazione del coraggio dimostrato durante le azioni belliche nei cieli di Spagna “sprezzo del pericolo e valore” (cito dal foglio matricolare), il 7-10-1938 fu insignito di Medaglia di Bronzo al Valor Militare, essendo già stato promosso, il 10-7-1937, Primo Aviere Artificiere Armiere per merito di guerra.
In Italia fu poi assegnato al 7° Stormo Bombardamento Terrestre di Lonate Pozzolo (VA) su bimotori Fiat BR20 e, successivamente, al 12° Deposito Regia Aeronautica di Collecchio (PR).
Il 25-11-1940, dopo l’inizio del II° Conflitto mondiale, sposò mia madre Fabiola Machiavelli.
Nel 1941 mio padre venne trasferito in zona operativa, all’isola di Rodi.
In questa bella isola dell’Egeo giunse il 9-9-1941 con un volo partito dall’aeroporto di Grottaglie (TA); a Rodi rimase fino al 14-7-1943, alla vigilia dei funesti avvenimenti (caduta del Fascismo del 25-7-1943 e armistizio dell’8-9-1943) che avrebbero sconvolto e, tuttora, condizionano la vita nella nostra amata Patria.
A Rodi venne assegnato, sempre come armiere, al 47°Stormo bombardamento Terrestre (107° Gruppo, 263° Squadriglia) volando sui trimotori Cant Z1007bis Alcione, che decollavano da Gadurrà: ho visto e fotografato ciò che rimaneva della pista durante una vacanza nel 2012.
Mio padre ricordava spesso i problemi legati al decollo, a pieno carico di carburante e bombe, da quella pista di 1700 metri che terminava direttamente sul mare; il tragico dubbio era: “riusciremo a decollare o finiremo in mare?”
Per quanto attiene l’attività bellica del reparto al quale era stato assegnato, la stessa riguardava specialmente i bombardamenti sugli impianti petroliferi controllati dagli inglesi in Medio Oriente.
A tal proposito ho in mente due episodi. Il primo, relativo al dicembre 1941, è accertabile storicamente: si tratta del volo di ricognizione fotografica, a cui mio padre prese parte, sul porto di Alessandria. Si dovevano verificare i danni inflitti dall’azione del Tenente di Vascello Durand de la Penne e dei suoi incursori, il 19-12-1941, alle corazzate britanniche Valiant e Queen Elizabeth. In occasione di quel volo, nel cielo del porto di Alessandria, tra aerei da caccia e contraerea inglesi, contro i nostri aviatori si scatenò l’inferno: fu come aver stuzzicato un nido di vespe! Fu tale la tensione che, durante il volo di ritorno, i nostri eroi si dimenticarono di fermare gli apparati fotografici!
Il secondo episodio, più sfumato nella nebbia dei miei ricordi di bambino, anche perché mio padre era sempre stato molto restio a parlarne si riferisce al presunto abbattimento di un Bristol Beaufighter, caccia pesante inglese, sotto il fuoco delle mitragliere di bordo dell’aereo su cui volava mio padre.
Riguardo alla vita di mio padre e dei suoi colleghi a Rodi narrava che non c’era molto da mangiare e, tra i pericoli delle missioni di volo, nell’incertezza di poter tornare indietro indenni (alla fine fu l’unico sopravvissuto del suo equipaggio), le uniche possibilità per rilassarsi erano date dai bagni nelle limpide acque dell’Egeo e dalle bellezze dell’isola.
Rientrò in Italia il 14-7-1943.
Nella tragedia dell’8 Settembre, pur non ritenendosi un fascista, scelse di aderire alla R.S.I.; rischiò più volte la vita operando, nella sua qualità di armiere, nelle bonifiche di bombe rimaste inesplose dopo i bombardamenti alleati.
Terminata la II^ Guerra Mondiale e, superato il rischio dell’epurazione per i suoi trascorsi nella Repubblica Sociale, fu assegnato al Presidio Aeronautico di Viterbo per poi passare, fino al 1953, al distaccamento di Orvieto.
Superato un nuovo corso di specializzazione, divenne radarista e, nell’ottobre 1953, fu trasferito alla 6° Aerobrigata (poi 6° Stormo) di Ghedi (BS) svolgendovi le mansioni di capo radarista.
Nell’ottobre 1967 chiese ed ottenne il trasferimento all’aeroporto di Padova (Reparto Manutenzione Missili); qui, dopo aver raggiunto il grado di Maresciallo di I^ classe Scelto ed essere stato insignito della onorificenza di Cavaliere della Repubblica ci lasciò il 2 dicembre 1972 dopo breve malattia mentre era ancora in servizio.
Tra le sue decorazioni vorrei ricordare, oltre a quelle già menzionate, tre Croci al Merito di Guerra e tre onorificenze relative alla Guerra di Spagna: la “Cruz Roja del Merito Militar”, la decorazione come “Volontario di Guerra” e quella per la “Guerra per la liberazione e l’unità della Spagna”.
Roberto Pedergnani